Possono le macchine provare emozioni? Una riflessione interessante, un tema dibattuto da anni, con diversi progetti aperti che vanno in questa direzione.

intelligenza emotivaLa cinematografia propone questo scenario da anni, con oggetti completamente controllati dall'intelligenza artificiale che, ad un certo punto, non rispondono più agli ordini ricevuti e diventano autonomi nelle decisioni, molto spesso anche nemici degli uomini.  Ma queste tecnologie possono essere anche capaci di provare emozioni, quando proprio questa particolarità sembra essere la grande differenza tra uomo e macchina? Può una macchina essere in grado di prendere decisioni autonome, sviluppare una sorta di autocoscienza? Di certo un conto è comprendere le nostre emozioni, identificarle, analizzarle, un altro però è provarle.

L'Intelligenza Artificiale Emotiva.

Quando si parla ti Intelligenza Artificiale ci si riferisce proprio alla capacità di una macchina di apprendere comportamenti e processi dall'interazione con l'ambiente esterno, esattamente come fa la mente umana. Quando questa capacità si orienta verso l'ambito emotivo, si parla di Affective Computing. I computer imparano a riconoscere le emozioni umane e possono interagire con le persone proprio in base al loro stato emotivo. L'Affective Computing è oggi una disciplina che combina psicologia comportamentale, neuroscienze e ingegneria con l'obiettivo di migliorare sempre più la comprensione emotiva delle macchine, tanto che ci si aspetta entro la fine di quest'anno, che il 10% dei dispositivi utilizzati abbiano una sorta di riconoscimento emotivo integrato.

Quando si iniziò ad utilizzare il termine intelligenza emotiva, negli anni Sessanta, si pensava esattamente alla capacità di riconoscere le emozioni proprie e anche quelle dell'interlocutore per indirizzare la comunicazione secondo i personali obiettivi. L'idea che una macchina potesse sviluppare una forma di intelligenza emotiva la ritroviamo già nel 1995, quando all'interno del MIT (Massachusetts Institute of Technology) la fondatrice dell'Affective Computing Research Group affermava la necessità che i computer, nell'interazione con gli essere umani, dovessero sviluppare la capacità di comprendere ed esprimere le emozioni. Si tratta di analizzare il tono di voce o di interpretare le micro espressioni del viso adattando la risposta all'emozione provata.

Il Machine Learning.

Tutto questo è possibile attraverso quello che viene definito Machine Learning. Si tratta di una disciplina che, all'interno della più ampia Intelligenza Artificiale, studia come dare ai sistemi la capacità di apprendere senza essere programmati a farlo. Con algoritmi specifici, come le reti neurali, i computer possono apprendere e migliorarsi autonomamente. Così, secondo Marvin Minsky, essendo l'emozione non molto diversa dal pensare, le macchine capaci di "pensare" potranno anche essere capaci apprendere come esprimere emozioni. Tuttavia gli ostacoli non sono pochi. Bisogna considerare la varietà degli stati d'animo umani e la differenza di espressione che risente inevitabilmente anche dal background culturale di ognuno.

Certo, ci si trova solo in una fase iniziale e la possibilità che una macchina possa sfuggire al controllo umano e sviluppare un'autocoscienza è ancora molto lontana dallo stato attuale della materia. Così, mentre l'esplorazione di nuovi scenari avanza velocemente, la capacità di emozionarsi rimane, almeno per ora, prerogativa assolutamente umana.

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