Il mercato della sicurezza informatica nel settore automobilistico potrebbe superare i 22 miliardi di dollari nei prossimi sette anni, solo in riferimento ai sistemi di protezione. Infatti il digitale nelle autovetture di nuova generazione, non soltanto quelle a guida autonoma, ma pensando anche solamente ai sistemi di comunicazione con le case di produzione, sta crescendo a ritmi vertiginosi, perfezionandosi sempre più ed evidenziando al contempo la necessità di un approccio globale alla sicurezza, per fronteggiare le più sofisticate minacce.

I rischi futuri

La digitalizzazione cresce e coinvolge necessariamente sempre più attori, così anche le autovetture si dotano di sistemi via via maggiormente efficaci, precisi ed evoluti ma necessariamente interconnessi, facili prede dei cyber criminali. L'industria automobilistica si troverà così a far fronte a minacce crescenti che richiederanno un approccio mirato e consapevole. Le vulnerabilità di auto che si connettono con i social media o con i canali e-commerce, ad esempio, apriranno la strada ai malintenzionati alla sfera personale delle persone, ad una moltitudine di dati sensibili, troppo spesso già di suo mal protetti. 

Ad essere compromessi possono essere sia i sistemi di assistenza alla guida o le funzionalità autonome della vettura, mettendo a rischio la vita stessa dei passeggeri, ma i cyber criminali potrebbero anche avere accesso ai dati presenti sullo smartphone connesso all'auto o alle posizioni GPS. Il tutto va pensato nell'ottica della connessione dei sistemi con le reti informatiche delle stesse aziende produttrici, che potrebbero rivelarsi porte aperte o quasi per attacchi mirati alle organizzazioni. E recenti analisi avrebbero individuato numerose falle nei sistemi dei più grandi attori nel settore automobilistico, con documenti e account poco e malamente protetti. 

L'Hacking automobilistico è così remoto?

Si calcola che circa 250 milioni di auto sono connesse direttamente a internet. Basta pensare al wi-fi o alla tecnologia Bluetooth, utilizzate ad esempio per connettere il cellulare, al GPS, ma anche ai componenti connessi come il Cruise control adattivo o ai servizi Cloud. Se ad oggi i casi effettivi sono ancora relativamente pochi, circa 900 attacchi di car hacking sono stati individuati fino al 2021 con una tendenza in forte crescita, il rischio reale preoccupa molto, tanto che l'Unione Europea ha, negli ultimi anni, stanziato milioni di Euro per rendere più sicuri i software utilizzati per la auto di nuova generazione.

Il rischio non sembra essere tanto quello del controllo dell'auto quanto piuttosto della violazione dei dati personali, con la violazione delle identità in testa. Secondo recenti studi sembra infatti che nel 40% dei casi è stata violata l'identità del proprietario mentre nel 27% dei casi di hackeraggio l'auto è stata rubata.

 

 

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