L’intelligenza artificiale sta diventando un argomento sempre più presente nella nostra quotidianità.

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Su questo argomento oggi intervistiamo Giuseppe Gullo, fondatore e CEO di Profession.ai, la prima online academy italiana dedicata alle discipline tecnologiche più innovative: Data Science, Machine Learning e Artificial Intelligence.

1) L'intelligenza artificiale nella cyber security sta supportando ed in alcuni casi sostituendo gli analisti, quale sarà il futuro delle persone che dovranno imparare a gestire questa realtà?

Secondo me l’AI non sostituirà professioni altamente specializzate, almeno non nel breve periodo, ma trasformerà il modo in cui queste professioni vengono svolte. Questa è una cosa che vale non solo per gli analisti della cyber security, ma anche commercialisti, medici e avvocati, giusto per citarne alcuni.

Ti faccio un’esempio, l’AI è già ampiamente utilizzata nei fondi di investimento, ma questo vuol dire che tutti gli analisti quantitativi hanno perso il proprio lavoro? No, parte del loro lavoro è stata automatizzata, ma quando il rischio è alto l’ultima parola spetta sempre all’essere umano. Quindi vedo un futuro in cui ogni professionista specializzato dovrà avere competenze basilari di AI e Machine Learning, non tanto per realizzare nuove soluzioni, quanto per utilizzare con cognizione di causa quelle che verranno integrate all’interno dei propri processi di lavoro.

2) Molte volte viene descritta l'A.I. come una minaccia al nostro ecosistema, cosa ne pensi?

Se parliamo di una minaccia fisica, come dice Andrew Ng preoccuparsi oggi di una ipotetica rivolta delle macchine intelligenti è come preoccuparsi della sovrappopolazione su Marte. E’ indubbiamente vero che l’AI ha fatto passi da gigante nell’ultimo decennio, ma i suoi progressi, per quanto incredibili, sono limitati alla cosidetta AI ristretta (Narrow AI), cioè focalizzata su un compito specifico, riconoscere oggetti nelle immagini, tradurre da una lingua all’altra, prendere decisioni strategiche in campi specifici.

Siamo lontanissimi dal sogno di un’intelligenza artificiale generale (Artificial General Intelligence), cioè un’AI in grado di comprendere e risolvere ogni tipo di compito, come o meglio di un’essere umano.

Se invece parliamo di una minaccia per la società, l’AI sta già portando ad una rivoluzione dell’industria, che ovviamente non è una cosa negativa, però l’automazione di processi causerà, per forza di cose, la scomparsa di tanti posti di lavoro. Tutte le rivoluzioni industriali portano ad una trasformazione del lavoro, probabilmente molte professioni verranno automatizzate e moriranno, ma saranno molte di più quelle che nasceranno, quindi studiare oggi queste tecnologie è il miglior investimento che si possa fare per il proprio futuro.

3) Oggi droni e robot, verranno equipaggiati con sistemi di intelligenza artificiale, come sarà secondo te l'interazione con l'essere umano?

Sicuramente l’interazione tra uomo e macchina sarà sempre più basata sul linguaggio naturale, la voce sarà probabilmente il principale sistema di controllo in Windows 14, che magari somiglierà al sistema operativo del film Her. Modelli avanzati di deep learning come GPT-3 hanno messo in difficoltà il test di Turing, che ricordiamo questo non vuol dire che sono “coscienti” o “pensanti”, a tal scopo consiglio di dare uno sguardo all’esperimento della stanza mentale di Searle. Inoltre il crescente utilizzo di assistenti vocali come Alexa, Siri e Google Assistant, i quali stanno abituando il consumatore a questo tipo di interazione, da sicuramente supporto a questa tesi.

4) Nel contesto automotive, sia computer vision che riconoscimento facciale vengono già impiegati per verificare il grado di attenzione del guidatore, come vedi il futuro di questa tecnologia applicata a supporto del settore della mobilità?

A differenza della guida autonoma, dove c’è ancora tantissimo lavoro da fare, quella del riconoscimento facciale è una tecnologia matura e già production-ready. L’utilizzo di questa tecnologia per il riconoscimento del livello di attenzione del guidatore è un’ottima applicazione, potrebbe portare con se i soliti problemi di privacy del riconoscimento facciale, che sono alcune volte fondati e molte volte infondati, ma in realtà per risolvere il problema basterebbe eseguire il ricoscimento sul computer dell’auto, dato che si tratta di un’operazione computazionalmente non dispendiosa, e quindi senza inviare nulla al cloud. Questo garantirebbe inoltre il funzionamento del sistema anche in assenza di una connessione ad internet, la quale sarebbe necessaria solo per eventuali update.

5) Gli edifici saranno sempre più intelligenti, come aumenteranno i benefici per gli Smart Building per mezzo dell'A.I.?

Abbiamo già superato la fase dell’automazione, molte attività nelle nostre abitazioni possono essere svolte in maniera intelligente, per farti un’esempio, ogni mattina all’alba le serrande della mia stanza da letto si aprono automaticamente, facendo entrare le prime luci del giorno nella mia stanza e la caffettiera si attiva per farmi svegliare con l’odore del caffè. La prossima fase è quella della personalizzazione, avere dei sistemi in grado di comprendere le nostre abitudini e ottimizzare la nostra esperienza di vita in casa. Il beneficio di questi sistemi non sarà solo il maggior comfort, infatti essi permetteranno anche di rendere le nostre case molto più green, riducendo consumi inutili e limitando le emissioni di co2.

6) Cosa ne pensi di soluzioni di A.I. nell'ambito della Cyber Security?

La cyber security è una sfida costante tra hacker buoni e hacker cattivi, white-hat e black-hat. Dotare i white-hat di soluzioni basate sull’intelligenza artificiale gli darebbe un vantaggio sleale, nell’accezione positiva del termine. Non stiamo parlando di fantascienza, i sistemi anti-frode utilizzati dalle banche sono sistemi di intelligenza artificiale, stesso discorso per i software antispam e, perché no, gli antivirus con le loro euristiche intelligenti.

7) Quali suggerimenti forniresti a chi vuole avvicinasi a questo mondo? Che percorso formativo suggeriresti?

La prima cosa che consiglio è di non buttarsi in questo campo solo per trovare un lavoro sicuro, serve prima di tutto la passione, l’informatica è un campo che si evolve velocemente e c’è sempre qualcosa di nuovo da studiare, nell’AI questa velocità è almeno 5 volte maggiore. Detto ciò, il percorso di studi migliore da intraprendere è sicuramente informatica, prediligendo un corso dove la parte di matematica bella corposa: almeno analisi 1 e 2, statistica descrittiva, statistica inferenziale, algebra lineare. L’università fornisce delle solite basi, l’unico problema dell’università è che è spesso carente per quanto riguarda la pratica e la maggior parte delle volte il neolaureato ha bisogno di ulteriore formazione per poter iniziare a lavorare, ma per questo ci siamo noi di ProfessionAI con i nostri Master Professionali!

8) Come vedi il futuro dell'A.I.?

Se mi chiedi come sarà lo stato dell’AI tra 10 anni posso risponderti in un solo modo: non ne ho idea! E’ difficile fare stime perché molti dei risultati che abbiamo ottenuto e che stiamo ottenendo sono arrivati con anni, se non decenni, di anticipo, vedi AlphaGO nel 2016, GPT-3 nel 2020 e DALL E 2 nel 2022. Quello che invece posso dire è che l’AI è una tecnologia pervasiva e come tale influirà in ogni settore e in ogni industria. In 10 anni non ci sarà nessuna azienda che non implementerà l’AI in una o più parti dei propri processi di business, e non vale solo per la multinazionale tecnlogica o per la grande banca, ma anche per il negozio di scarpe di fiducia e il piccolo negozio di frutta e verdura sotto casa.

 
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