Quando nel 1969 il Ministero della Difesa americano diede alla luce il progetto ARPAnet non poteva sapere che con esso avrebbe preso forma quel magnifico mondo che ha preso il nome di Hacking.

Dando alle persone il potere della condivisione, stiamo rendendo il mondo più trasparente (Mark Zuckerberg)

L’idea di condivisione vede la sua genesi attraverso la creazione di un network che comunica a distanza e si scambia informazioni. Tutto abbastanza ovvio oggi, ma in quegli anni la tecnologia stava affrontando un primo grande passo verso un nuovo modo di connettersi.

analytics 3088958 1920 1Ma se da un lato questa condivisione ha promosso un progresso esponenziale, dall’altro però ha ovviamente generato un suo opposto negativo: se dalla passione febbrile per la manipolazione del codice (che accomuna gli attori di questa nuova comunità) si è creato un continuo scambio e una continua evoluzione, è anche vero che dalla stessa dedizione iniziarono a generarsi anche atteggiamenti malevoli: “a grandi poteri corrispondono grandi responsabilità” dice un famoso zio ad un famoso supereroe e del resto non tutti sanno gestire grandi poteri.

E così, come nella famosa saga di Guerre Stellari, si generò un lato buono della forza e un lato oscuro della forza, portando gli esponenti del primo verso una direzione legale e i secondi verso una strada molto illegale, spesso motivo di condanne penali.

Nonostante inizialmente la condivisione avesse alimentato e reso solido questo gruppo, la stessa condivisione prese anche un verso oscuro, rendendo ostile la poetica inizialmente positivista degli Hacker generando i Cracker ossia intrusi malevoli e illegali.

La condivisione, in questo, non è solo una vittoria collettiva, ma porta anche grandi responsabilità nel passato ma anche nel presente e, l’essere più “trasparenti” e dunque più raggiungibili, può sembrare un editto di onestà ma a volte è la stessa trasparenza a renderci anche più vulnerabili.

Proprio questa vulnerabilità ha reso possibile una lotta continua tra chi si introduce furtivamente tra i nostri dati e chi invece li difende. Dunque la condivisione ci mette di fronte ad una grande consapevolezza, la consapevolezza di avere un grande potere da sfruttare ma per farlo nel modo giusto dovremo sapere difenderci e non passare al lato oscuro.

 

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