Errori che impattano sulla sicurezza informatica possono essere causati anche dallo stress accumulato dai dipendenti, soprattutto in periodi particolari come l’emergenza sanitaria COVID-19.

stress causa erroriDa un recente studio pubblicato da Tessian è emerso che fatica, stress e mancanza di tempo sono tra i fattori che hanno indotto molti dipendenti a commettere errori che hanno provocato problematiche di sicurezza informatica. La situazione si è accentuata in questo periodo di pandemia, dove in molti hanno dovuto adattarsi allo smart working. Se in vantaggi di tale metodo di lavoro sono notevoli, è anche vero che lavorando da casa aumentano esponenzialmente le distrazioni.


Un intervistato su quattro avrebbe ammesso di aver cliccato su una e-mail di phishing quando si è trovato in particolari condizioni di stress: il livello di guardia si abbassa, l’attenzione cala e la fretta e la mole di lavoro da portare a termine fa agire in fretta. L’errore apre così la strada ai criminali informatici, che ben conoscono gli aspetti psicologici su cui fare leva. Infatti la maggior parte delle e-mail fasulle si focalizza sulla fretta di agire che scatena ansia e facilita lo sbaglio.
Aspetti che certamente devono essere tenuti in considerazione dalle aziende nell’adozione di politiche di sicurezza informatica. La formazione del personale dovrebbe essere accompagnata anche dall’attenzione al livello di stress e ai carichi di lavoro.


Anche il fattore tempo rischia di causare errori. Più della metà degli intervistati ha dichiarato di dover rispondere rapidamente alle e-mail. In questo caso l’errore più comune è sbagliare destinatario, con il rischio di inviare informazioni o dati sensibili alle persone sbagliate. Certamente non è realistico pensare di poter ridurre il rischio a zero, l’errore umano va sempre tenuto in considerazione come possibile, se non certo, ma è comunque necessario attuare tutte quelle politiche interne atte a mantenere alta l’attenzione sui rischi informatici e sulle principali strategie adottate dagli hacker per carpire informazioni, e al contempo, orientarsi a garantire condizioni sociali che contribuiscano ad avere una forza lavoro sana.

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